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Strage di Fidene, un anno dopo i sopravvissuti chiedono giustizia

12/12/23 - 19:56

È passato un anno da quella che tutti ricordano come la strage di Fidene. Quel pomeriggio di dicembre Claudio Campiti fece irruzione nel bar “Il posto giusto” dove si stava svolgendo la riunione dei proprietari del consorzio Valleverde. Fu una mattanza, Campiti uccise quattro persone e ne ferì altrettante. I sopravvissuti ancora oggi convivono con quei terribili ricordi.

Il killer, che entrò nel bar e da subito minacciò di uccidere tutti i presenti tendendo una pistola in mano, le donne che persero la vita: Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi, Nicoletta Golisano e Fabiana De Angelis. Il sacrificio di Elisabetta, che tentò di fermare il pluri-omicida permettendo ai presenti di reagire e bloccarlo.

C’è una domanda che continua a girare nella mente dei sopravvissuti e in quella dei parenti delle vittime: come e dove si procurò l’arma da fuoco? Il giudice dovrà fare luce su questa domanda, che peraltro gli sollecitano i sopravvissuti. Il killer era associato al poligono di tiro di Tor di Quinto, ma non aveva ottenuto il porto d’armi. La motivazione di tale blocco fu proprio la natura di numerose controversie sorte tra lo stesso pluri-omicida e il consorzio Valleverde.

 

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