Tra i progetti che saranno finanziati dal Governo in vista del Giubileo del 2025, otto riguardano l’accoglienza dei pellegrini, e tra questi c’è anche un ostello della gioventù per i cosiddetti “papaboys”, il movimento giovanile internazionale di fedeli del Papa fondato nel 2000, in occasione del precedente Giubileo.
Il piano del governo per il Giubileo prevede una spesa totale di 1,8 miliardi di euro per 87 opere pubbliche, da realizzare in particolare nella zona del Vaticano, come ad esempio la costruzione di un sottovia in piazza Pia, alcuni percorsi pedonali e il restauro delle mura di Porta Angelica. Di questi, cinque milioni saranno utilizzati per l’ostello: il governo ha affidato la gestione dell’appalto alla Regione Lazio, che a luglio del 2023 ha deciso di usare un padiglione dell’ex manicomio Santa Maria della Pietà, che fu il più grande d’Europa e ancora oggi si estende su una superficie di 270mila metri quadrati. Prima di alcuni progetti recenti, tutto il complesso era rimasto quasi del tutto abbandonato per oltre vent’anni a partire dal 2000.
Il padiglione in cui si è deciso di fare l’ostello è il 10, che si trova al centro della cittadella dell’ex manicomio. Al pianterreno ha alcune camere che erano utilizzate dalla sorveglianza interna, uno stanzone dove i pazienti vivevano di giorno, la mensa, soggiorni e dormitori. Al primo piano invece c’è un’unica camerata che ospitava due file di letti. Come l’interno del padiglione anche il giardino esterno, all’epoca recintato per evitare che i pazienti che uscivano all’aperto si allontanassero, è in stato di abbandono.
L’ex manicomio è di proprietà dell’Azienda sanitaria locale 1 (Asl) di Roma. Era stato il più grande d’Europa fino al 1978, quando entrò in vigore la legge che abolì i manicomi in Italia, intitolata al noto psichiatra Franco Basaglia, che con le sue teorie cambiò radicalmente il modo di approcciarsi ai problemi di salute mentale. Dopo quell’anno l’attività del Santa Maria della Pietà fu progressivamente ridimensionata e la dismissione durò 22 anni, fino alla definitiva chiusura all’inizio del 2000.