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Polizia penitenziaria: “A Natale non festeggeremo: un anno terribile per le carceri”

23/12/23 - 18:15

“Potremmo parlare all’infinito delle problematiche delle carceri che vengono affrontate dalla politica secondo gli interessi di parte senza aprire una serio e concreto dibattito sulla materia”, così il Sappe in una nota sulla situazione delle carceri, “però siamo a Natale e con tutte queste considerazioni potremmo rovinare il clima idilliaco che stampa e tv hanno creato per mettere tutti con la coscienza a posto”.

Come denunciato dal sindacato Sappe, gli agenti percepiscono in media uno stipendio di 1.500 euro al mese, costretti a vivere e lavorare in ambienti fatiscenti in violazione di qualsiasi norma sula sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro, con orari di servizio non quantificabili, con contratti e accordi sindacali mai rispettati. In ultimo, esposti alla possibilità di essere tra le migliaia di vittime di aggressioni che questa categoria professionale ha subito solo nel 2023.

“Potremmo parlare della fatiscenza delle strutture carcerarie, aggiunge la nota del Sappe, gelide d’inverno e bollenti d’estate; dell’assistenza sanitaria ai detenuti che è carente, della cattiva gestione del DAP del sovraffollamento delle carceri a macchia di leopardo, con regioni quasi vuote e con altre come in Puglia piene all’inverosimile, con i detenuti stretti come sardine costretti a mangiare in piedi, e con penitenziari che hanno terminato letti, materassi, sgabelli, e ancora, si potrebbe parlare “della ‘vigilanza dinamica’ per cui vengono lasciati aperti i detenuti nelle sezioni, consentendo ai prepotenti e violenti di soggiogare i detenuti più deboli”.

Un fenomeno poi molto trattato è quello dei suicidi: nel 2023 si contano 68 detenuti che si sono tolti la vita, oltre a decine di poliziotti penitenziari che in questi anni sono arrivati al burn out, puntando al suicidio. “In tv non si racconta niente di tutto ciò”, conclude il Sappe, “i poliziotti penitenziari arrivano agli onori delle cronache soltanto per episodi di violenza nei confronti di detenuti, in molti casi tutti da dimostrare”.

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