Nella giornata di oggi un incendio è divampato nel ramo femminile del carcere Rebibbia. Ad appiccare il fuoco sarebbe stata una detenuta con problemi psichiatrici, otto le persone rimaste ferite tra cui 5 agenti della penitenziaria.
La polizia penitenziaria sarebbe intervenuta d’urgenza per le fiamme divampate da dentro una cella del Reparto infermeria della struttura penitenziaria. Le ragioni dell’atto sono però ancora ignote.
Scattato l’allarme antincendio, gli agenti della polizia penitenziaria sono subito intervenuti mettendo in salvo le detenute ed evitando che la situazione degenerasse. “Tuttavia è stato necessario l’invio al pronto soccorso di ben quattro poliziotte penitenziaria”, ha raccontato il vice-segretario generale del O.S.A.P.P (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo. Tra queste un assistente Capo Coordinatore insieme a tre detenute. Cinque unità del corpo sono rimaste intossicate dalle inalazioni del fumo e sono state trasportate al vicino ospedale per le cure necessarie.
La vicenda poteva avere conseguenze drammatiche se l’intervento degli agenti non fosse stato tempestivo e provvidenziale”, prosegue Di Giacomo, “La tensione nelle carceri è palpabile e basta un qualsiasi pretesto per farla sfociare. Negli istituti dove ci sono tossicodipendenti e persone con problemi mentali, bisogna predisporre interventiadeguati, misure di natura sanitaria che allo stato delle cose oggi sono sempre più rari invece per lacarenza di personale medico. L’istituto di Rebibbia femminile in questo quadro merita particolare attenzione”.
Ad unirsi all’appello Donato Capece del SAPPE che esprime “la massima solidarietà e vicinanza a tutte le colleghe e a i colleghi della Casa circondariale femminile di Rebibbia”, ribadendo che “Ci vuole una inversione di rotta nella gestione delle carceri del Lazio”.