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Nel giorno dell’Immacolata il Papa prega per la pace e per le donne vittime di violenza

08/12/23 - 17:43

La preghiera per la pace, quella per “tutti i popoli oppressi dall’ingiustizia e dalla povertà, provati dalla guerra”. Ma anche per “tutte le donne che hanno sofferto violenza e quelle che ancora ne sono vittime, in questa città, in Italia e in ogni parte del mondo”. Il giorno dell’Immacolata Papa Francesco ha deposto ai piedi della Vergine, a piazza di Spagna il pensiero per tutte le persone che soffrono.

“Tu le conosci ad una ad una, conosci i loro volti. Asciuga, ti preghiamo, le loro lacrime e quelle dei loro cari”, ha detto rivolgendosi alla Vergine. E ha aggiunto che il male non ha né la prima né l’ultima parola. E che il nostro destino è la pace, non la guerra.

Francesco, provenendo dalla Basilica di Santa Maria Maggiore dove aveva offerto una rosa d’oro all’icona della Salus Populi Romani, è arrivato in piazza Mignanelli poco dopo le 16 a bordo di un’auto chiusa, ma passando tra due ali di folla ed ha aperto il finestrino per salutare e sfiorare le mani dei tantissimi fedeli presenti. Poi, giunto davanti alla colonna che dal 1857 reca in cima la statua della Madonna, ha salutato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e il cardinale Vicario, Angelo De Donatis, ha letto la sua preghiera.

La sguardo del Pontefice si è allargato dalla città di Roma al mondo. “Prima di tutto vogliamo ringraziarti – ha detto –
perché in silenzio, come è nel tuo stile, tu vegli su questa città, che oggi ti avvolge di fiori per dirti il suo amore. In silenzio, giorno e notte, vegli su di noi: sulle famiglie, con le gioie e le preoccupazioni – tu lo sai bene –; sui luoghi di studio e di lavoro; sulle istituzioni e gli uffici pubblici; sugli ospedali e le case di cura; sulle carceri; su chi vive per strada; sulle parrocchie e tutte le comunità della Chiesa di Roma. Grazie per la tua presenza discreta e costante, che ci dà conforto e speranza”.

Quindi il tema della pace. “Madre, rivolgi i tuoi occhi di misericordia su tutti i popoli oppressi dall’ingiustizia e dalla povertà,
provati dalla guerra; guarda al martoriato popolo ucraino, al popolo palestinese e al popolo israeliano, ripiombati nella spirale della violenza”.

E molto accorato viene poi il passaggio sulle madri e sulle donne vittime di violenza. “Oggi, Madre santa, portiamo qui, sotto il tuo sguardo, tante madri che, come è successo a te, sono addolorate. Le madri che piangono i figli uccisi dalla guerra e dal terrorismo.
Le madri che li vedono partire per viaggi di disperata speranza. E anche le madri che cercano di scioglierli dai lacci delle dipendenze, e quelle che li vegliano in una malattia lunga e dura. Oggi, Maria, abbiamo bisogno di te come donna, per affidarti tutte le donne che hanno sofferto violenza e quelle che ancora ne sono vittime, in questa città, in Italia e in ogni parte del mondo.
Tu le conosci ad una ad una, conosci i loro volti. Asciuga, ti preghiamo, le loro lacrime e quelle dei loro cari. E aiuta noi a fare un cammino di educazione e di purificazione, riconoscendo e contrastando la violenza annidata nei nostri cuori e nelle nostre menti
e chiedendo a Dio che ce ne liberi”.

La preghiera di papa Bergoglio è però anche e soprattutto un inno di speranza, che trae forza proprio dall’esempio della Vergine Maria. Perché il Vescovo di Roma sottolinea, rivolgendosi a Lei, che “la tua persona, il fatto stesso che tu esisti ci ricorda che il male non ha né la prima né l’ultima parola; che il nostro destino non è la morte ma la vita, non è l’odio ma la fraternità, non è il conflitto ma l’armonia, non è la guerra ma la pace”. Di qui l’invocazione finale di Francesco: “Mostraci ancora, o Madre, la via della conversione, perché non c’è pace senza perdono e non c’è perdono senza pentimento. Il mondo cambia se i cuori cambiano; e ognuno deve dire: a partire dal mio”. Quel cuore che viene cambiato dalla grazia di Dio, da Gesù nato da Maria”. “Vieni, Signore Gesù – implora il Papa – Venga il tuo regno d’amore, di giustizia e di pace”.

 

 

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