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La benedizione del Papa a Mediterranea Saving Humans, in missione con Migrantes

25/08/24 - 11:19

Gli auguri e il grazie. Il Papa invia un messaggio a don Mattia Ferrari, cappellano della Mediterranea Saving Humans, a bordo della Mare Jonio, con la sua “benedizione all’equipaggio di Mediterranea Saving Humans e a Migrantes”. “Prego per voi”, scrive Francesco, ringraziando la ong impegnata nel salvataggio dei migranti, “per la vostra testimonianza”, e invocando anche la benedizione di Dio e della Madonna.

 

Come riportato dal sito Vatican News, è Trapani il punto di partenza della missione Sar (search and rescue – ricerca e salvataggio) lanciata ieri, 23 agosto, da Mediterranea Saving Humans, organizzazione umanitaria fondata da Luca Casarini che dal 2018 salva le persone che tentano la pericolosa traversata in mare. È questa la sua prima missione ad essere organizzata congiuntamente con la Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana. Grazie al sostegno dei vescovi, la Mare Jonio – un rimorchiatore riutilizzato per le operazioni Sar di Mediterranea – sarà affiancata da una nave di supporto che trasporta altri volontari e personale medico, oltre a un mediatore culturale e a un piccolo gruppo di giornalisti. “È una barca d’appoggio preparata assieme a Migrantes – spiega don Mattia Ferrari – con a bordo due direttori diocesani di Fano e di Caltanissetta. Questo è l’ennesimo tassello di una collaborazione con la Chiesa che va avanti da anni e che è fatta soprattutto di tante relazioni e ai vari livelli dalle parrocchie alle diocesi, alla Chiesa universale”. Una collaborazione, spiega ancora il cappellano di Mediterranea, che “vede uniti Chiesa e persone di buona volontà, provenienti da tanti mondi sociali e mondi culturali diversi, uniti nel comune amore viscerale, come indica il Vangelo, verso i nostri fratelli e sorelle migranti”. È un percorso che si fa insieme, aggiunge Ferrari, “anche attraverso il soccorso in mare e soccorrendo le persone dai naufragi, dai respingimenti diamo carne alla fraternità, quella fraternità universale che non può rimanere un valore astratto, ma deve farsi carne attraverso i nostri corpi, le nostre vite, le nostre relazioni”. Andare per mare, quindi, significa anche “spezzare questo muro di cinismo e di indifferenza”, per poter “svegliare le coscienze, perché la società è troppo distratta e non possiamo continuare a tollerare questa strage continua fatta di naufragi e di respingimenti”. Occorre spezzare tutto questo, non esserne complici, è l’appello di don Mattia.

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