Rischia di diventare, e forse già lo è, una cattedrale nel deserto, anche se in passato è stato luogo di musica, sport ed eventi a livello internazionale.
Lo stadio Flaminio è in stato di abbandono dal 2011 e ad oggi non sembrano esserci soluzioni che possano cambiarne le sorti.
Giuseppe Cangemi, consigliere regionale per la Lega e vicepresidente del consiglio alla Pisana, attacca il sindaco Roberto Gualtieri: “E’ la diretta espressione dell’incuria e dell’abbandono in cui versa la città – scrive – piange il cuore a vederlo così”.
“Una vera vergogna che sia ridotto in quelle condizioni – prosegue Cangemi – è uno scempio e bisogna agire affinché venga restituito alla città. La situazione è davvero nera ed è assurdo che il Sindaco non sia capace di porre rimedio alle tante criticità che affliggono Roma”. Per Cangemi, nel giorno della Befana, dedica un pensiero al primo cittadino: “Per lui solo carbone”.
Sul recupero del Flaminio si è detto e provato a fare di tutto, ma ad oggi niente di nuovo all’orizzonte. Roma Capitale vorrebbe tentare la strada di una collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e il Credito Sportivo Italiano, ma da giugno a oggi, da quando cioè l’assessore allo sport Alessandro Onorato ne ha parlato per la prima volta, non ci sono state novità. Anche l’ipotesi di un recupero finanziato dal Governo rimane per ora una chimera soprattutto vista la cifre, almeno 60 milioni di euro, necessaria per i lavori. Per ora tante proposte ma nulla di fatto. E il Flaminio è sempre lì a ricordare i bei tempi andati.