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Al Liceo Augusto Righi si insegna anche il bridge

16/01/24 - 21:35

Nello storico Liceo Augusto Righi arriva il bridge. Alle 13:00 si chiudono i libri e si mischiano le carte. La scelta è caduta sul bridge: uno sport della mente che tra i giovani permette di sviluppare soft skills e potenziare la coesione di gruppo.

Così 90 ragazzi divisi in 3 classi seguono attentamente la lezione ma tra i banchi non ci sono libri bensì carte da gioco francesi: è la magia del bridge, un progetto che è già alla sua seconda edizione e che promette di sfornare giovani talenti. Tutto ha inizio nel 2022 quando la professoressa di matematica, Elisa Cerocchi, lancia un’idea: dopo la scuola, allineare i banchi e iniziare a giocare a bridge, uno dei Mind Sports più famosi e riconosciuti anche dal Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano).

Si tratta di un gioco basato su statistica e strategia che potenzia le soft skills dei ragazzi e li aiuta a comprendere l’importanza di “lavorare in squadra”. 4 giocatori, 2 coppie e la voglia di vincere oltre la fortuna perché il successo, in questo caso, non dipende dal destino ma dal modo in cui vengono sfruttate le distribuzioni che sono uguali per tutti.

Al Liceo Augusto Righi a tenere lezione è Bernardo Biondo, campione del mondo ed europeo di bridge, arbitro internazionale e tra gli istruttori più quotati della Capitale. La Federazione Italiana Gioco Bridge promuove l’iniziativa e accompagna i ragazzi, terminato il corso, ai Campionati italiani, dove i ragazzi del Righi hanno conquistato anche medaglie, attestandosi tra i migliori del territorio.

Quest’anno, poi, il colpo di scena: le vecchie leve vanno nelle nuove classi per promuovere il progetto. Ad accompagnare Bernardo Biondo, c’è un nuovo insegnante, Massimo Penna, e degli assistenti di eccezione: gli stessi giovani che hanno iniziato un anno prima e che oggi sono dei tutor a tutti gli effetti; un gioco di squadra in cui vincono tutti: gli allievi, il bridge, lo sport in generale.

E se è vero quanto sostiene Bill Gates: “Chi è bravo a bridge, sarà bravo in tante altre cose della vita”, oggi questi ragazzi hanno un futuro luminoso davanti, fatto di fiori e di quadri, ma anche di cuori e di picche. Una prospettiva diversa e interessante considerando che il bridge è noto anche come strumento per combattere la ludopatia: diversi studi dimostrano, infatti, la sua efficacia come strumento per contrastare questa drammatica tendenza tra gli adolescenti (secondo una ricerca dell’Osservatorio Gioco d’azzardo Nomisma il fenomeno è in crescita).

 

Questo mese si rinnova il progetto nell’Istituto capitolino e chissà che altri licei non decidano di seguire la stessa strada per promuovere nuovi passatempi tra i più giovani e consegnargli le chiavi per sviluppare nuove skills che gli saranno utili anche dopo, quando varcati i cancelli di Via Campania, sceglieranno un futuro diverso nel mondo del lavoro.

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