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Ospedale di Tivoli, i sindacati: “Dopo l’incendio medici in fuga, serve ripartire”

07/01/24 - 11:56

Il blocco delle attività a Tivoli, dovuto all’incendio che il 22 dicembre ne ha distrutto una parte e ai lavori che vanno a rilento, crea ogni giorno nuovi problemi a pazienti e sanitari. Grande è la preoccupazione dei sindacati che in una nota sottolineano il rischio che i ritardi nella ripartenza compromettano definitivamente una situazione già critica.

“A oggi rimangono sotto sequestro giudiziario alcuni settori della struttura – scrivono Anaao Assomed, Cisl Fp Roma Capitale e Rieti e Cisl Medici – fondamentali per poter avviare il necessario percorso di riattivazione tecnica dei locali sanitari, allo stesso tempo risultano non accessibili molti locali che ancorché non danneggiati rimangono preclusi agli addetti ai lavori. La bonifica e il ripristino delle sezioni di degenza non risulta affidato a ditte specializzate che lo possano garantire con lavoro a ciclo continuo. Si registra, inoltre, un continuo trasferimento di materiali e macchinari elettromedicali dal P.O. di Tivoli verso altri presidi della Asl Roma 5: si teme che sarà molto difficile il recupero di detti materiali anche una volta avvenuta la riapertura dell’ospedale tiburtino”

“Si continuano a registrare continui blocchi di ambulanze presso i pronto soccorso – prosegue la nota di Anaao Assomed, Cisl Roma Capitale e Cisl Medici –  e le aree di Tivoli/Guidonia, nonostante il rafforzo dei mezzi di soccorso, registrano gravi difficoltà nella risposta alle richieste di soccorso”. Uno scenario che “meiterebbe maggiore attenzione da parte di Regione, Prefettura, comuni, Asl e magistratura”. “Chiediamo quindi che venga istituito un tavolo tecnico permanente  – concludono – che si occupi di definire e raggiungere tutti gli obiettivi a breve, medio e lungo termine volti a garantire il diritto alla salute ai cittadini dell’intero settore di Roma Est”.

Secondo gli scriventi nelle prossime settimane diversi professionisti migreranno in altre strutture, prevalentemente di Roma: “Ci risulta – svelano i sindacati – che circa 9 medici cardiologi a breve accetteranno incarichi presso altre Asl, abbandonando per sempre l’ospedale Tiburtino. L’assenza di un tavolo tecnico permanente con gli attori direttamente coinvolti nella crisi (Regione, Prefettura, Comuni, Asl, magistratura) che dovrebbe garantire l’avvio di un corretto ed efficace cronoprogramma volta alla riapertura dell’ospedale, porterà inevitabilmente ad ulteriori migrazioni di professionisti. Allo stesso tempo, il sistema di soccorso primario del quadrante Roma Est continua a soffrire”

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