Il Concerto di Capodanno a Roma e l’invito a Tony Effe di esibirsi al Circo Massimo ha messo in un’impasse il Comune Capitolino e il sindaco Gualtieri. Dopo la conferenza stampa e l’annuncio dei partecipanti all’ultima notte l’amministrazione capitolina, anche se in modo non del tutto esplicito, ha fatto capire al cantante che fare un passo indietro e ritirare la sua partecipazione sarebbe cosa buona e giusta. Ma da parte su Tony Effe, come risposta, ha postato una storia su Instagram dove scrive “Ci vediamo il 31 dicembre”. Con la patata bollente che ritorna nelle mani del primo cittadino e dell’assessore Onorato.
Nel frattempo le polemiche non si fermano sia da parte del centrosinistra che del centrodestra a causa dei contenuti dei suoi testi, definiti violenti e sessisti. Uno dei motivi alla base delle polemiche che vanno avanti da giorni e che hanno portato alla richiesta di annullare la presenza sul palco del cantante.
Scende in campo anche l’associazione Differenza Donna che ha definito la scelta del Comune “scellerata”. “Organizzare un concerto – si legge – dove saranno presenti tante ragazze e ragazzi – che avrà tra i protagonisti un cantante come Tony Effe, autore di testi sessisti, misogini e violenti non è accettabile che il Comune, impegnato nel contrasto alla violenza di genere, possa aver soltanto pensato di ospitare un artista le cui parole sono un’istigazione continua alla mancanza di rispetto e gravemente lesive della dignità delle donne. Vogliamo sperare che il sindaco Gualtieri intervenga immediatamente per rimediare a questo invito improvvido e inopportuno. Se così non fosse Differenza Donna e, siamo certe, tutta la Roma femminista proseguiranno nella protesta e nello sdegno. Non ci può essere posto su un palco di Roma Capitale per chi rappresenta con le parole la cultura della prevaricazione e del disprezzo verso le donne, fenomeni che noi, ogni giorno, combattiamo nei centri antiviolenza e nelle case rifugio. La presenza di Tony Effe sarebbe una insopportabile offesa a tutte le donne che subiscono violenza e alle vittime di femminicidio: non possiamo accettarlo”.