“Ho sparato a mia moglie, ho fatto quello che dovevo fare”. Domenico Ossoli è entrato in una tabaccheria a Fontenuova, alle porte di Roma, ed ha confessato il femminicidio, come raccontano i testimoni, con una freddezza glaciale, come chiedesse un pacchetto di sigarette. La donna uccisa si chiamava Annarita Morelli, 72 anni, uno in meno del marito che ha poi detto al tabaccaio di chiamare i Carabinieri e l’ambulanza. In questi minuti Domenico Ossoli sta rispondendo alle domande dei Carabinieri.
Annarita Morelli questa mattina era andata dal veterinario per ritirare la ricetta di un medicinale per i gatti della colonia felina di cui si prendeva cura. Uscita dall’ambulatorio è entrata in auto e lì il marito ha fatto fuoco con una pistola colpendola al petto.
Ennesimo femminicidio che per la dinamica ricorda quello di Manuela Petrangeli, uccisa in strada con due colpi di fucile dall’ex compagno il 4 luglio scorso. L’uomo, con il fucile ancora in mano era entrato nella caserma dei Carabinieri dicendo di aver ucciso la donna. Ossoli ha scelto un luogo pubblico per confessare il delitto.
Inutili i soccorsi del 118 con i sanitari che hanno provato a rianimare la donna ancora dentro l’auto, ma per Annarita non c’era più nulla da fare. Sul posto i Carabinieri di Mentana che hanno fermato l’assassino per poi condurlo in caserma dove prosegue l’interrogatorio per capire le motivazione di un gesto così crudele.
Ossoli dovrà ricostruire quanto accaduto. La coppia, che abitava a Tor Lupara, paesino poco lontano dal luogo del delitto, è stata vista diverse volte in zona. L’uomo era un autista in pensione della compagnia di trasporti privati Troiani. Sembra che i due si stessero separando. La pistola con cui Ossoli ha sparato e ucciso Annarita era regolarmente detenuta per uso sportivo.