Sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’8 gennaio è partita l’iniziativa promossa ed organizzata da Adachiara Zevi, dell’associazione Arte in Memoria. Per la XV edizione sono stati coinvolti sei municipi che fino ad oggi, posizioneranno a terra le pietre d’inciampo. Un’iniziativa portata in Italia dall’associazione di Adachiara Zevi che, insieme ad un gruppo di storici, architetti e storici dell’arte, con l’associazione Arte in Memoria mira “accrescere la consapevolezza del passato, attraverso le arti visive l’architettura e la cultura storica”. Tra i sanpietrietrini verrà inserita una lastra d’ottone con inciso il nome della vittima, la sua data di nascita, il motivo della cattura. Tra le pietre d’inciampo presenti a Roma ci sono i nomi di deportati per motivi razziali, politici o anche per il proprio orientamento sessuale.
Ieri è stata installata una pietra d’inciampo in via Giovanni Ferrari, ad Acilia. “È la prima volta che una pietra d’inciampo viene collocata nel nostro territorio che ha voluto aderire all’iniziativa dell’associazione Arte in Memoria, che ringraziamo. Per noi – ha sottolineato l’assessore municipale Guglielmo Calcerano – è importante, in questi giorni, testimoniare l’ antifascismo delle istituzioni attraverso il fattivo ricordo di chi, come il giovane partigiano Lido Duranti, ha dato la vita per la nostra libertà e per una società più giusta. Vigiliamo sempre affinché il sacrificio suo e di altre persone non sia stato vano”.
Pietre d’inciampo sono state sistemate anche alla Garbatella, in via Massaia, dedicate ai partigiani Giuseppe Felici e Libero De Angelis. Giuseppe Felici, nato a Roma il 6 gennaio 1923, morto fucilato a Campo Reatino il 9 aprile 1944 è stato un militare e partigiano italiano, decorato con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria nel corso della Seconda guerra mondiale. Libero De Angelis, cresciuto nel Lotto 28 alla Garbatella, patriota socialista e partigiano delle Brigate Matteotti, fu arrestato e condotto a via Tasso il 3 aprile ’44, quindi trucidato a La Storta durante la ritirata nazista proprio il 4 giugno 1944 insieme ad altri prigionieri. All’iniziativa hanno preso parte il presidente del municipio VIII Amedeo Ciaccheri, l’assessora alla cultura Maya Vetri e Bice Migliau di Arte in Memoria insieme a rappresentanti dell’associazione nazionale ex deportati.
“In questo modo vogliamo fare in modo che il ricordo sia materia viva e funga da stimolo di approfondimento delle narrazioni, e di ascolto attivo da parte delle nuove generazioni. L’arte – ha sottolineato Amedeo Ciaccheri – svolge così al contempo da monito e da racconto, inserendosi nel tessuto urbano come biografia eterna di ciò che è stato e che la rete di civili e istituzioni può impegnarsi a far sì che non si ripeta”. “E se come sostiene D. Huberman l’immagine ha più memoria e più avvenire di chi la guarda – ha commentato l’assessora Maya Vetri – le pietre incassate nelle strade andranno a costituire una geografia di identità rinvenute per rendere giustizia a vite spezzate e, soprattutto, a contrastare la barbarie con la conoscenza, la consapevolezza, la cultura”.